venerdì 14 settembre 2012

Versi utili

"Avrei voluto dirti tante cose...
forse la più importante non la ricordo più."

Sono due versi de "Il Teatro degli orrori" che spesso mi vengono in mente, un po' per riempire i vuoti del mio cervello con frasi sensate, che è cosa buona e giusta, altrimenti potrei ritrovarmi con la mente piena di porcheria; ma sopratutto per ricordarmi delle cose.
L'incomunicabilità è una brutta bestia. Il linguaggio umano è imperfetto e ci ritroviamo intrappolati in paludi di allusioni, riferimenti personali, toni errati... un bordello che non finisce mai e non ci permette di esprimerci appieno. Ma quest'errore è all'origine e si può anche aggirare con esperienza e abilità, cioè in un modo o nell'altro uno si fa capire.
Ma io avrei voluto dirti tante cose veramente, cioè mi andrebbe di dire tutto quello che mi passa per la testa. Frasi e pensieri di qual si voglia natura: non si può. La gente si offende, pensa male di te (e non te lo direbbe mai); anche un complimento potrebbe sortire effetti negativi. Questa cosa mi annoia alquanto. Poi per eccesso di zelo anche se ti trovi con qualcuno e ti accorgi che potresti parlare apertamente non lo fai, perché
poi chissà... La sincerità ha sempre spaventato. E si finisce a parlare del tempo.
Anche per questo mi piace parlare con gli ubriachi, a finale è possibile che non si ricordino di quello che ti hanno detto e di quello che tu hai detto loro.
Quindi finisco col tenermi tante cose non dette, in una specie di pattumiera, ogni tanto però le riciclo con altre persone anche se quello che dico non c'entra un cazzo.
Tante volte però avrei anche fatto meglio a star zitto.
In definitiva mi tengo questi versi sempre a portata di mano e  li uso per sopprimere la rabbia dell'incomunicabilità.
Volevo dire un altra cosa, forse più importante, ma a forza di pensare a cosa posso dire e cosa no, me la sono dimenticata.

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