lunedì 31 gennaio 2011

Potremmo anche fare questo...

Immagineremo di nuotare a ritroso
impassibilmente, verso un punto da decidere
all'unisono, cantando una canzone allegra.
Con riguardo per la puntualità.

Arriveremmo, senza tralasciare svaghi
a cercare il punto in cui si ha peccato
inevitabilmente, senza trovarlo mai.

Si discenderebbe allora, completamente presi,
verso un sacro punto di non ritorno,
che poco ci si addice e che, probabilmente
non esiste.

Leggiamo allora, tutti insieme,
un passo della trama del mondo
uno qualsiasi, senza pretese,
l'importante è che non ci riguardi.

Sentiamo, fortissimamente, uno scorcio
dell'intreccio di una particolare vita,
sentendoci in diritto di criticarla a torto,
eliminando la nostra.

E iniziamo da capo.

sabato 22 gennaio 2011

Cani

Sembrerebbe proprio un cane, massì è una cane. Un cazzo di cane nero. Certo che ce ne vuole di fantasia per fare un cane così. Mica l'avevo capito all'inizio.
Ho conosciuto una volta un tale che amava così tanto i cani. Ma poi morì. Michele mi pare si chiamasse.
Comunque, dicevo, ah sì. Quel cane è lì. Non si muove più, cioè si muove ma sta sempre fermo. Calma, adesso mi faccio capire. Il cane mi segue dovunque io vado, ma io non me ne accorgo, non lo vedo mai che si muove, però è sicuro, come una pisciata dopo un litro di birra, se guardo fuori lo trovo lì, sempre nella stessa posizione. Acqua, grandine, niente, non si muove.
Ho pensato molto spesso di dargli un nome, ma appena sembra che abbia trovato il nome adatto mi sfugge, quello più quotato per adesso è Dio. Ma posso mai chiamare un cane Dio? E io poi? Mi sa che poi potrebbe offendersi, non il cane dico, Dio. Casomai esiste.
Il cane è lì da un po' di anni, credo quattro, non saprei dire precisamente però. Forse è da quando ho iniziato a bere di più. Non ricordo neanche quello quando è successo. 
Mi sembra di ricordarmi come finisca la storia di Michele, mi pare sia morto di caninite.

domenica 16 gennaio 2011

Il mal di vivere

Il male di vivere ho incontrato! E non mi lascia più! Chissà che gli ho fatto? Mi fa i dispetti! Mi segue, mi sta affianco quasi sempre, al bancone del bar ho bisogno di due sgabelli, cazzo! Non trovo mai posto, mica sapete come potrei liberarmene?
Io un'idea ce l'avrei, ma poi?

Comunque alla fine meglio se sta con me che con qualcun altro, casomai incontra uno un po' più debole, e mica è facile da sopportare. Si fa anche pagare le cose, cambia un paio di scarpe ogni due mesi, è una tassa!


Però ha anche dei lati positivi, ogni tanto mi insegna qualcosa e guai se non gli presti attenzione, se la prende proprio a male. Ogni tanto racconta anche una barzelletta, difficile che faccia ridere però.

Sabato sera: Conversazioni

1-Passare il sabato sera a ubriacarsi dentro un bar?
E chi ne avrebbe voglia? Ma nemmeno se mi pagano. Giusto compa'? Molti si divertono a bere, io non capisco però che gusto ci sia a stare male poi, casomai se esageri vomiti anche, ma che divertimento sarebbe?

Sì compa' e c'hai ragione!
Noi ci sappiamo divertire! Ti ricordi che abbiamo fatto questo sabato eh? Quanto ce la siamo spassata?

No, quando?


2-Compa', vieni che ti offro una birra.

Certo!

sabato 15 gennaio 2011

Piccolo saggio sulla felicità

Avete mai provato ad essere felici? Spero proprio di sì. Ci siete mai riusciti?
Credo sia abbastanza difficile che mi rispondiate in modo affermativo.

Per spiegarvi bene il concetto avrò bisogno di introdurne un altro. L'amato Signor G. cantava: "La libertà è partecipazione"; volendo esprimere il fatto che per essere liberi c'è bisogno di relazionarsi con gli altri, con il resto dell'umanità. L'uomo si organizza da sempre in società, non potrebbe fare altrimenti sembra che siamo fatti proprio così. Quindi non è possibile essere liberi da soli, un uomo solo non può definirsi libero senza che questo concetto di libertà con conprenda lo stare insieme.
Per la felicità vale lo stesso concetto, anzi è fondamentale che derivi da un stato sociale. Essere felici da soli è alquanto impossibile. Non ci si può procure la propria felicità da soli: ci proviamo tutti i giorni e non ci riusciamo. La felicità deve venire dagli altri. Il primo pensiero di ognuno deve essere rendere felice il prossimo, allora tutti potremmo essere felici. Immaginate un mondo in cui la vostra felicità è garantita dall'impegno di tutti gli altri esseri umani e così dovete garantirla a loro. Questo è l'unico modo per vivere felici.

Nel contratto con la vita che fu stipulato millenni fa tutto questo doveva essere scritto a caratteri minuscoli in fondo al foglio.

venerdì 14 gennaio 2011

Inizio

Inizierei a scrivere su questo blog, un po' per me un po' per tutti. Chissà se a qualcuno verrà voglia di leggerlo?
Forse nemmeno a me.
Salve internet