mercoledì 5 marzo 2014

Il giorno del mese in cui non dormo

Sembra che il lasso di tempo sia questo.
Un mese.
Passa più o meno un mese tra l'una e l'altra di queste dissidenti apparizioni.
Insonnia, mista a malinconia.

Da ragazzo mi facevano andare fuori di testa, non sapevo che fare, mi contorcevo e cercavo la risposta a non sapevo nemmeno quale domanda.
Un fluire di pensieri, un aggregarsi di emozioni, miscuglio di cose profonde e incontrollabili che ti scelgono come mezzo, e tu devi catalizzarle. E per questo iniziai a scrivere. Forse non l'ho mai detto a nessuno, ma una delle ragione massime che mi spinge alla scrittura, è un autentico mistero per me: il momento che si manifesta almeno una volta al mese.
Annullamento della propria volontà, disfunzioni cognitive, tutto, tutto verso qualcosa di indecifrabile, e io ci vado. Vado e mi lascio trasportare dalla fantasia dei caratteri ben costruiti, da realtà altrettanto ben costruite ma null'altro che fittizie. Girare un po' a vuoto nel vagheggiare umano che non sia solo il mio: sempre la stessa solfa. Ma che ha un sapore affascinate di libertà.

Indeterminato, senza forma, avere la coscienza di esistere nei sogni irrealizzati, nell'angoscia, nel desiderio latente, nella solidità dell'incertezza che avvolge il genere umano.

Beh, ogni tanto mi ritrovo lì, non per presunzione (tutti possono arrivarci  facilmente), ma per caso, nel girare tra i pensieri di sempre, e mi rinnovo e mi ritrovo a dargli vita.
Ah, non indicatemi come colui che crede di poter dare forma al mondo impunemente, io gli do solo la forma che mi sembra più adatta alla situazione, per i miei bisogni. E' come picchiare il cuscino per renderlo più comodo.
Comunque, mio malgrado ho a che fare con questo cumulo amorfo soffocante e curioso, che opprime e ingombra, e l'unico modo di disfarmene è metterlo in bella vista acconciato alla meglio, con un fiocchetto ed un sorriso, per togliermelo dalle palle, e farci una bella figura.

Nessun commento:

Posta un commento