lunedì 22 ottobre 2012

La cimice

Sono andato nello studio del professore di storia contemporanea per chiedere la tesi della triennale, un po' di emozioni nuove, tanta ansia, un posto difficile a trovarsi... Mi dice di accomodarmi e iniziamo a parlare dello strampalato progetto che ho io per la riuscita dei miei studi e di come lui sa che sto solo dicendo un mondo di fesserie perché la storia è una cosa seria... Al di fuori di tutte queste puttanate ho un unico obbiettivo: prestare la massima attenzione, lo stesso grado di attenzione che hanno i protagonisti dei film d'azione che ricordano tutte le informazioni che gli danno durante una di quelle telefonate decisive con indirizzo e quant'altro (roba che chiunque dimenticherebbe all'istante)...ma...

All'inizio pensavo non fosse niente, a tutti capita di sentire un formicolio sfuso su una qualche parte del corpo, ma il mio dopo un po' iniziò ad insistere. Mentre il professore continua a sciorinarmi cose indispensabili alla riuscita della mia impresa, nel tastare sotto i pantaloni quale fosse il motivo dell'irritante movimento sotto di essi tocco una cimice, una fottutissima cimice e penso:"Cazzo, una cimice!"
Che si fa in queste situazioni? Chi ha studiato per anni il bon ton come si comporterebbe? Posso immaginare: "Sono costernato, ma l'audacia di un piccolo insetto maleodorante sta rovinando il nostro incontro, mi scusi ma devo andare a disinfestarmi"

Uno Jedi avrebbe usato La Forza...

Io sono riuscito a farla uscire da sotto, e senza che nemmeno aizzasse contro di noi la sua temibile arma di difesa, e sopratutto senza, credo, dar troppo nell'occhio.
Al concludersi dell'espulsione dell'essere dai miei capi di vestiario esultai quasi. Accorgendomi però di aver perso buona parte del discorso, pensai: "Vabbè, fa niente, nella vita mi sono fatto scivolare addosso per disattenzione tante cose, istruzioni, consigli, ordini. Perdere questo ne è valso la pena per poter raccontare questa storia."

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